Una grande manifestazione sportiva, un villaggio olimpico, tra ritardi e polemiche.

La Nostra Regione, questo mese di Luglio, sarà il palcoscenico per le prossime Universiadi 2019, una manifestazione sportiva di ampio respiro che accoglierà atleti nostrani e internazionali, un’occasione di sviluppo e una vetrina internazionale unica ed irripetibile per il settore turistico e per il progresso di un territorio continuamente bloccato in una morsa di burocrazia e polemiche.

Un’opportunità da cogliere come input ad investimenti giusti e mirati, in questo caso, all’impiantistica sportiva, di cui il territorio campano è fortemente carente.  Ad oggi si contano infatti circa 50 cantieri, tra Napoli e provincia e per nessuno di essi sono previste modifiche sostanziali alle infrastrutture, optando, ancora una volta, per un “ringiovanimento” di facciata delle strutture già carenti. Sono 60 gli impianti designati ad accogliere gli incontri sportivi della manifestazione che coprirà l’intera regione. Con centro nevralgico a Napoli, gran parte delle provincie saranno coinvolte , in particolar modo, nell’area Nord, le strutture di Afragola, Frattamaggiore, Casalnuovo e Casoria e ancora, gran parte delle competizioni, avranno luogo negli impianti sportivi di Benevento, Salerno, Avellino, Caserta e zone limitrofe. Gli atleti protagonisti saranno circa 1560, provenienti da ogni università del mondo, offriranno lo spettacolo unico di un vastissimo ventaglio di discipline. Dopo diverse ipotesi, a loro è stato designato l’intero Campus Universitario di Fisciano, dove risiederanno per tutta la durata dell’evento .

Mancano poco più di quattro mesi all’inizio di questo grande evento sportivo e, purtroppo, ci sono ancora diverse questioni irrisolte, nonostante l’ingente afflusso di fondi (circa 120 milioni totali di cui 20 destinati ai soli miglioramenti dello Stadio San Paolo) rimane una certezza: Napoli non avrà un palazzetto dello sport. La terza città d’Italia sarà costretta, ancora per chissà quanto tempo, ad ospitare le proprie manifestazioni sportive all’interno di una tensostruttura: il Pala Barbuto, probabilmente non adatto alla risonanza dell’evento.  L’amaro resta, in un Paese ai cui angoli delle strade ancora occhieggia l’immagine di Maradona, sembra assurdo non sentire la mancanza di strutture adeguate per una cultura sportiva così sentita dalla sua popolazione.

di Andrea Di Maso

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