Perché i neolaureati stanno invadendo le città del nord.

Dal Sud al Nord, senza ritorno,sul primo treno che li conduca al di là dei confini meridionali: un biglietto di sola andata, grazie!

Di chi è questo biglietto? Di un qualunque giovane,  nato e cresciuto al Sud e che con  una laurea in tasca e tanta speranza di farne buon uso, potrebbe essere un potenziale migrante intellettuale.

Sono tanti i laureati meridionali che, hanno percorso gran parte dello “Stivale”, nella speranza di trovare lavoro, nella speranza che qualcosa della propria vita migliori, si stravolga o, semplicemente, possa essere presa in considerazione. Sono dunque sempre di più le regioni meridionali che si svuotano. La decisione di spostarsi dei giovani laureati è legata non solo alle minori opportunità di trovare lavoro, ma anche alla più bassa qualità e soddisfazione per vari aspetti del lavoro svolto. Chi lavora al Sud, si trova maggiormente a doversi adattare a svolgere una attività non pienamente in linea con le proprie aspettative o che molto probabilmente non piace. Sarà forse la maggiore organizzazione della città a renderla così attraente? O forse si emigra a Milano per avvicinarsi ai mercati del lavoro che vengono ritenuti maggiormente in grado di assorbire capitale umano ad alta formazione?

Elisa, giovane napoletana laureata in economia di 28 anni, ha confermato tali ragioni. “Ho deciso di lavorare a Milano perché le uniche posizioni aperte in grandi multinazionali erano solo ed esclusivamente da Roma in sù. Ho scelto Milano perché è si era soliti dire fosse la “capitale del lavoro” e opportunità che mi avrebbe dato Milano,nessun’altra città avrebbe potuto darmele. È stato così, inizialmente…sono partita facendo fotocopie in azienda, ma ciò che ho imparato lo devo proprio a questa città. Oggi so cosa vuol dire realmente dedicarsi al proprio lavoro, anche 10 ore al giorno” . Avevo comprato casa ed avevo un buon lavoro, ma un giorno mi sono chiesta: perché non portare le mie conoscenze al Sud ed incrementare la piccola azienda di famiglia? Avevo lavorato tanto ed avevo appreso tanto da quella città che ad un certo punto non sentivo più casa mia . Adesso sono a Napoli, guadagno un po’ meno ma la  mia piccola azienda man mano  sta diventando grande e questo lo devo a Milano.”

Tanti sono i giovani che si rimboccano le maniche,ovunque essi si trovino. Tanti altri un lavoro non lo cercano, perché disperano di trovarlo. Molti  altri invece,sarebbero disposti a tornare anche con opportunità inferiori a quelle che trovano negli altre città sviluppate, purché in presenza di un processo solido e credibile di miglioramento a cui possano contribuire da protagonisti.

di Dalila Ranieri

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