La comparsa del graffito scuote la città. I cittadini si muovono per tutelare la “presunta” opera del writer.

Negli ultimi anni il writer di Bristol sta richiamando l’attenzione mediatica su di sé. Un attenzione atipica, quasi eterea, come la figura del graffitaro più famoso della storia contemporanea. Le sue opere compaiono improvvisamente tra le mura antiche dei palazzi abbandonati, nelle periferie e nei centri storici, come è accaduto a Napoli. In questo luogo, dove il tempo sembra essersi cristallizzato mentre il mondo corre veloce e si evolve alla velocità di un “click”, una notte sembra essersi materializzata un’immagine sacra densa di profano. Sacro e profano, una dualità inscindibile che rappresenta proprio il capoluogo campano in tutta la sua essenza.

Sul perimetro esterno di un palazzo in Piazza dei Girolamini compare l’immagine di una madonna in adorazione che reca, all’interno dell’aureola, una pistola. Un chiaro riferimento alla situazione odierna nel luogo delle contraddizioni per eccellenza, raccontata con l’irriverenza e l’audacia che contraddistingue lo street artist britannico. Nasce subito il caso, la Banksy-mania colpisce Napoli. Anche chi non ne ha mai sentito parlare si lascia trascinare dal fascino dell’ignoto e della scoperta legata alla figura di questo fantomatico personaggio. Benché la vera identità di Banksy risulti un mistero, non è altrettanto misterioso il mercato che c’è dietro le sue opere.

Alcune di queste, infatti, sono state messe all’asta ed aggiudicate per cifre astronomiche –La bambina con il palloncino è stata battuta all’asta di Sotheby’s per un milione di sterline- ciò ha comportato un enorme esposizione mediatica al suo autore, fortemente seguito sui social media, dove i suoi followers sono pronti ad andare alla “caccia” del prossimo graffito. Ma un altro fenomeno, molto più materiale, sta crescendo: il furto di queste opere. Molti mercenari cercano di trafugare queste opere per poi rivenderle sul mercato, considerate le cifre da capogiro. Tale comportamento è stato duramente criticato dall’autore stesso, che si è dichiarato contrario alla mercificazione dell’arte che, secondo la sua visione, dovrebbe essere patrimonio pubblico. Per evitare che ciò accadesse a Napoli, Mariano Russo, 43 anni, amministratore per professione, ha deciso di tutelare l’opera da atti vandalici e possibili cacciatori di frodo. Russo ha dichiarato di “sentire l’esigenza” di tutelare l’opera, senza trarne alcun vantaggio, abbracciando in pieno il pensiero e l’etica del creatore. Ma siamo sicuri che l’opera sia autentica? O è solo un atto di un “emulatore”? Siamo andati alla ricerca di galleristi ed esperti di murales per verificare l’autenticità dell’opera. Nessuno degli intervistati ha fornito una risposta esauriente, dichiarando la propria “estraneità” all’opera. Giudicare un originale da un falso, quando si tratta di un graffito fatto con uno stencil sembra piuttosto difficile, anche per coloro che “giudicano” l’arte per mestiere. Che sia l’opera di un emulatore o che si tratti di uno speciale omaggio di Banksy a Partenope infondo non ci interessa. A noi piace pensare che la madonna con la pistola sia apparsa lì un giorno, per caso, come un’apparizione mariana, a ricordarci che, in fondo, anche i santi, qualche volta, hanno dei cattivi pensieri.

di Gabriele Armando Ciccarelli

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